Un modello per chi sta iniziando la carriera. Clint Eastwood è un padre, un attore ed un regista indimenticabile.
“Mi piace lavorare con attori che non hanno niente da dimostrare”. Una frase che dice tutto del ‘buono, con la faccia da cattivo’. Lui che continua a girare film fino ad 80 anni, per istinto, passione. Lui, che sostiene: “Ogni film che faccio mi insegna qualcosa e questo è il motivo per cui continuo a farli”.
Lui, icona-macho dello star system. Occhi di ghiaccio e lineamenti che sembrano scolpiti nella pietra: una vera e propria leggenda vivente. Clint Eastwood, si è spesso scontrano con l’aridità del mondo, ma non ha mai rinunciato alla sua sensibilità. Lui, figlio di un operaio di una fabbrica di acciaio e di una casalinga. Ha studiato scienze economiche al Los Angeles College, poi si è arruolato come soldato nella United States Army. Più che mai convito che la carriera militare non facesse al caso suo, si impegna in svariati lavori prima di intraprendere quello di attore. Da boscaiolo in una segheria a guardiano notturno, da bagnino a conducente di camion e poi impiegato amministrativo, pianista e addirittura trombettista jazz. Incoraggiato da due compagni d’armi fa un provino per la Universal, nel 1954, e firma subito un contratto da 75 dollari a settimana per 40 settimane. Comincia così a lavorare in b-movie horror.
Due sono stati i registi che hanno consacrato il suo volto spigoloso: l’italiano, Sergio Leone, che ne farà un idolo del genere spaghetti-western. E l’americano Don Siegel, che immortalerà la sua smorfia da duro. Per il primo, Clint Eastwood indosserà sempre lo stesso poncho senza mai lavarlo in ben tre pellicole: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo. Mentre con il secondo, recita in La notte brava del soldato Jonathan, l’Ispettore Callaghan e Fuga da Alcatraz.
La recitazione di Eastwood, così come il suo modo di dirigere un film, è essenziale, istintiva, difficilmente calcolata, tanto da essere lungamente criticata anche per gli altri film a venire e da lui diretti.
I primi a scoprire e ad apprezzare la sua filmografia come regista sono stati gli europei che lo consacrano ufficialmente come uno dei più grandi registi americani. Palpitante e commovente nelle inquadrature, spicca sempre qualcosa di spiritualmente denso nei suoi lungometraggi anche grazie alle sceneggiature perfette e alla particolare importanza data alla musica che accompagna le immagini nitide. Gli spietati è il suo primo capolavoro. Un western che gli fa guadagnare l’Oscar come miglior regia e la nomination come miglior attore protagonista. Un successo che lo riporta a confermare la scelta di essere un narratore. Presidente della Giuria del Festival di Cannes nel 1994, Premio alla Carriera dall’Academy nel 1995, César alla Carriera nel 1998, Clint Eastwood si afferma lentamente come un Autore. Padre di otto figli (molti dei quali attori), sposato due volte, appassionato di golf e proprietario di un ranch, nonostante uno dei riconoscimenti più ambiti (il Leone d’Oro alla Carriera al Festival di Venezia nel 2000), continua a lavorare imperterrito e sforna alcuni dei suoi film più belli e autentici: Mystic River che gli farà piovere una valanga di Oscar, ma soprattutto Million Dollar Baby che, gli frutterà 4 Oscar. Fino allo strepitoso Gran Torino. I film di Clint Eastwood hanno l’abilità di essere così veri da rendere il cinema un allungamento del nostro mondo, dei nostri occhi, dei nostri pensieri.
Complimenti, Clint.