Andrea De Sica, nipote del grande Vittorio, porta sul piccolo schermo “Baby”, la nuova serie originale Netflix che si ispira liberamente allo scandalo del 2013 delle baby-squillo del quartiere Parioli.“Uno degli appuntamenti più controversi e attesi della nuova stagione”. Parola di Red Hastings, amministratore delegato e co-fondatore di Netflix.

Scritta da un nuovo collettivo del Grams, nato nel 2017, “Baby” è il loro modo di raccontare “la vita di alcuni adolescenti con il loro disperato bisogno di amare e di essere amati, la costante ricerca di relazioni autentiche nella totale disattenzione degli adulti che non percepiscono neanche lontanamente questi desideri. Ma è anche uno strumento per affrontare un tema poco sviluppato nei film, l’amicizia femminile, dove le ragazze non sono “né femme fatali né angelicate”.

Se vi state chiedendo quanto questa serie aderisca alla realtà, Andrea De Sica ha dichiarato che “di sicuro non è una cronaca fedele di quello che è successo, dove è prevalsa una realtà nichilista e una prospettiva giustizialista e gossippara”.

In uscita in autunno in 190 paesi, con 6 episodi, di cui 4 diretti da De Sica e 2 da Anna Negri, “Baby” si preannuncia come una serie dove non si fa moralismo né ci sono vittime ma solo libere scelte, anche se estreme e sbagliate.

Così conosciamo le protagoniste Ludovica (Alice Pagani, giovane ed eclettica attrice YD’Actors che, attraverso un percorso di eccellenza sotto la guida attenta della Direttrice Artistica Yvonne D’Abbraccio, è già considerata una delle giovani promesse del panorama artistico italiano ) e Chiara ( Benedetta Porcaroli) che, insieme a Brando (Marco Trovato) e Damiano (Ricardo Mandolini), cercano l’oscuro per sentirsi vivi, dove cattiveria e romanticismo sono le due facce di una stessa medaglia. Un percorso di crescita tra innocenza perduta, pressioni familiari, segreti condivisi, droga, prostituzione, omosessualità, bullismo, lutto e integrazione multietnica.